Che ruolo vuole giocare Asus nell'universo dei computer portatili? Quello di illustre comprimaria alle spalle dei giganti (Hp e Dell da una parte, Lenovo e Acer dall'altra) del settore? Limitarsi a regina dei netbook, i mini pc portatili a basso costo? O forse qualcosa di più? Luca Rossi, country manager della filiale italiana del produttore taiwanese non ha fatto proclami di sorta sugli obiettivi a medio termine della società ma qualche numero, per attestarne la "forza" lo ha snocciolato. Partendo da quelli del gruppo Asus nel suo complesso (22 miliardi di dollari nell'esercizio fiscale 2007, in salita del 37%) per arrivare a quelli che caratterizzano l'andamento di Asus in Italia. La società si è data una diversa identità scorporando la divisione produttiva (che produce pc e schede madri per conto terzi) da quella commerciale e proprio il marchio è una delle leve per scalare ancora le classifiche di vendita. L'altra (leva) sono i netbook. Su scala globale le stime di vendita per il terzo trimestre (da luglio a tutto settembre) dicono infatti che il numero di notebook e netbook (gli Eee Pc) spediti sul mercato è praticamente lo stesso, e cioè 1,5/1,8 milioni di unità. Per i portatili il computo globale per il 2008 è nell'ordine de sette milioni di pezzi, per i computer bonsai il target confermato è di cinque milioni di pezzi. La famiglia Eee (che comprende anche i mini desktop Eee Box e altri dispositivi) oggi incide per il 18% sul business di Asus ed è quindi destinata ad avere un peso ancora maggiore, fermo restando che i notebook (che generano il 45% dei ricavi) rimangono la voce più importante.
In Italia il produttore sembra essere arrivato a un punto di svolta, dopo aver raddoppiato alla fine del secondo trimestre la market share nei pc portatili (dal 5 al 10%) e posto le basi per vendere nel terzo periodo oltre 120mila pezzi fra notebook e netbook. Un numero, quest'ultimo, che secondo Rossi equivale a una quota di mercato del 20% mettendo sotto un unico ombrello i prodotti di mobile computing, un mercato che in Europa Occidentale è destinato a più che raddoppiare - in volumi entro i prossimi quattro anni. Asus, in questa prevista esplosione di domanda, vuole ovviamente fare la propria parte, facendo valere nei mini computer il ruolo acquisito con gli Eee Pc di «first mover», di pioniere, di primo vendor a scommettere seriamente su questa tipologia di prodotti. Ad offrire da subito la doppia opzione di sistema operativo (Linux o Windows Xp, con quest'ultimo che sta sopravanzando il primo nelle preferenze degli utenti) e a considerare prima l'introduzione dei dischi a stato solido (in alternativa ai classici hard drive) e quindi gli schermi ad ampio formato (prima l'8,9 pollici e quindi il 10 pollici, con la versione da 7 pollici ormai fuori produzione). Ora si tratta di monetizzare quanto fatto dall'autunno scorso in avanti, considerando che nell'arena dei pc «low cost» sono scesi tutti i grandi produttori, da Hpa Dell, da Acer a Toshiba, da Fujitsu Siemens a Samsung.
«Le stime degli analisti e anche le nostre ha spiegato in prospettiva Rossi dicono che il mercato dei netbook può raggiungere quest'anno 7/8 milioni di pezzi e arrivare l'anno prossimo a superare i 15 milioni. Asus ha dalla sua un vantaggio competitivo importante e una road map di prodotto molto strutturata e ritengo che pochi grandi player, al massimo tre, avranno quote significative in questo comparto. Chi? Asus, naturalmente. Perché contiamo di mantenere una fetta intorno al 70% della domanda, e poi due fra Acer, Dell e Hp».
